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  • Writer's pictureCarol Cieri

Oggi è Pittsburgh, Domani è l'Italia

Updated: Oct 30, 2018


 Le coincidenze non esistono, e a volte i fatti ci vengono presentati dal destino nell’ordine in cui devono essere esaminati. Sabato è certamente stato così per chiunque abbia aperto il giornale e visto la foto della signora a Predappio con la maglietta di Auschwitzland. Ma come studentessa negli Stati Uniti, io avevo già visto altro: la notizia della strage nella sinagoga di Pittsburgh, in Pennsylvania. E così, spontaneamente, ho pensato, “quanto ci vorrà perché questo odio attraversi l’oceano e arrivi da noi, in Italia?”. La foto della signora a Predappio ha risposto alla mia domanda. L’oceano è già stato attraversato, ma noi non ce ne siamo accorti. Aspettiamo solo che un giorno, una di quella brava gente cui è stato permesso di celebrare il Duce, decida di darsi all’emulazione. Stiamo solo guardando le lancette di un orologio che non abbiamo intenzione di fermare.

E poi, siamo così bravi a criticare gli Stati Uniti come ipocrita democrazia, a dire che non possono permettersi il titolo di ‘protettori della libertà’, se poi predicano l’odio razziale e permettono che suprematisti bianchi entrino nelle chiese afroamericane e nelle sinagoghe armati di mitragliatrici, sparando sulla folla. Ma vorrei porre l’attenzione su casa nostra, per un attimo. Chi si ricorda Benigni che recita la Costituzione col titolo ‘La più bella del mondo’? E quanti di noi, con le lacrime agli occhi, lo abbiamo guardato, abbindolati davanti alla tv, credendo ogni sua parola mentre ci spiegava quanto la Costituzione italiana sia l’opera magna della democrazia mondiale. E non siamo ipocriti noi, così capaci di farci scendere lacrime pensando ai principi dei padri costituzionali, mentre permettiamo che quegli stessi principi vengano violati ogni giorno, sotto i nostri occhi, mentre ci giriamo dall’altra parte e accusiamo ‘la gente’, ‘gli ignoranti’, o chiunque altro pensiamo responsabile per la misera fine del nostro paese.

E qui concludo – è vero, forse gli Americani non sono meglio di noi. Ma prima di criticare la democrazia altrui, forse dovremmo guardarci allo specchio e vergognarci che i nostri giornali, quasi al centenario dall’inizio del Ventennio Fascista, ancora riportino in prima pagina il saluto romano, come se fosse una normalità. Vergogniamoci, tutti – non solo quelli che Sabato erano a Predappio, non solo la signora con la maglietta di Auschwitzland – per permettere di dimenticarci ogni giorno ciò che il Fascismo è e potrà ancora ancora essere, se non ci prendiamo cura dei valori costituzionali tutti i giorni, nella nostra vita quotidiana. Quando sentiamo un insulto razzista, antisemita, xenofobo, non voltiamoci dall’altra parte. Voltandoci dall’altra parte abbiamo permesso a 1300 ebrei di essere deportati nel 1943 da Roma, abbiamo permesso a 11 vittime di morire in una sinagoga di Pittsburgh durante un brit milah, abbiamo permesso a duemila persone di marciare a Predappio – e chissà queste duemila persone in che modo emuleranno il Duce domani.


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